Tempi e metodi per i documenti
Argomento scottante ma quanto mai controverso e in continua evoluzione.
In Viet Nam i tempi si stanno riducendo drasticamente (per fortuna); noi ci siamo messi completamente nelle mani delle nostre referenti che ci hanno guidato a ogni passo.
Il paradosso è che poi in Italia si rimpiange la burocrazia vietnamita!
Ci sono usi e interpretazioni delle leggi che variano da Comune a Comune, così è accaduto che nel nostro non abbiano voluto autenticarci le copie dei documenti arrivati dal Viet Nam, mentre lo hanno fatto senza batter ciglio nel Comune vicino al nostro, per fortuna per un’autentica non occorre essere residenti.
Noi abbiamo lasciato sempre copie autentiche, mai gli originali, e tutti hanno voluto la copia tradotta in italiano; solo alla registrazione finale all’anagrafe del nostro Comune hanno voluto l’originale dell’atto di nascita (e noi abbiamo tenuto la copia autentica).
Come detto, le cose stanno cambiando, ma a noi è successo così:
In Viet Nam abbiamo firmato, appena arrivati, una prima accettazione dell’adozione (meglio leggere con calma tutti i documenti, noi abbiamo riscontrato errori che sono stati corretti); poi abbiamo fatto un sacco di firme anche nell’istituto quando abbiamo preso il nostro Trong Ân e ancora di più alla cerimonia di adozione dopo una decina di giorni (in HCM City non è che una formalità mentre è più complicato per chi va in zone dove la tradizione è più viva, come Kontum); quindi ci sono la richiesta e il ritiro del passaporto e poi il visto d’ingresso del bimbo in Italia.
In Italia il bimbo entra come immigrato extracomunitario; la prima cosa da fare entro 7 giorni dall’ingresso è il permesso di soggiorno (in Milano si evita la fila tradizionale chiedendo di andare alla “stanza 1” dove seguono i permessi per adozione). Con il permesso di soggiorno si va presso il proprio Comune per la prima registrazione in anagrafica, si può chiedere il Codice Fiscale (noi lo abbiamo fatto sempre in Comune, altrimenti bisogna andare all’Agenzia delle Entrate), quindi si va in ASL per chiedere il pediatra; altra cosa da fare subito è consegnare le carte al Tribunale dei Minori per ottenere la sentenza di riconoscimento (ci sono tempi di risposta diversi per ogni tribunale). A sentenza ottenuta si torna in Comune e si cambia il cognome (finalmente il nostro!) e quindi tutto da capo per Codice Fiscale e ASL.
Gli angeli custodi
Questa è più o meno tutta la nostra esperienza.
Un’ultima nota riguarda quelle che fino ad ora abbiamo chiamato le “referenti dell’Ente”Per noi sono state dei veri angeli custodi, pronte a tutto e anche di più; noi avevamo fatto la scelta di non disturbarle se non stranamente necessario, ma abbiamo sempre sentito la loro discreta presenza quando ce n’è stato bisogno.
Sono persone affidabili che lavorano per vocazione e con tutto l’amore possibile.
I loro nomi, per noi, sono: Liuba, Giorgio, Mariangela, Annalisa, Mauro, Roberto (in Italia) Maria Sameiro, Belite, Len, Thao Ly, Thuy e Santa (in Viet Nam); sicuramente qualche nome lo abbiamo dimenticato. Non sappiamo se anche per gli altri Enti è così, questo è quello che abbiamo vissuto in AMU.
Con loro ci sono state, poi, un sacco di altre persone che hanno svolto semplicemente il loro lavoro, ma con una grazia e un’attenzione che lasciano il segno, come i già citati Console (Carlo Anzon) e sua moglie, o come il personale dell’Hong Sen e del Pendolasco.
Di altri non abbiamo saputo il nome, ma ricordiamo l’affetto e la disponibilità.Infine c’è l’Amore che si può “toccare” intorno al “Focolare”, ci sono i sorrisi dei vietnamiti che semplicemente ti fermano per la strada e dicono “he is lucky”, i parenti e gli amici che ci hanno dato il coraggio di andare avanti.