giovedì, novembre 22, 2007



Idee per libri/regalo per i nostri piccoli lettori
Come avrete gia' capito sono un po' patita di libri, ma naturalmente mi baso sempre su quello che piace di piu' a Filippo:


Una serie di librini della casa editrice La coccinella a 6,90 euro l'uno con finestrelle che ogni mattina ripassiamo insieme...ogni mattina ribadisco.


Come si cambia una camera d'aria nella bicicletta


Come si fa una torta

riferimenti:
TEODORO IN BICICLETTA
Teodoro in bicicletta
di Lars Klinting, con le illustrazioni di Lars Klinting
Prezzo
euro 11.90
TEODORO FA LA TORTA
Teodoro fa la torta
di Lars Klinting, con le illustrazioni di Lars Klinting
Prezzo
euro 11.90
http://www.editorialescienza.it/libri.do?action=libro&id=1363



Un bellissimo libro di Natale con disegni a tutta pagina che Filippo rimane rapito a guardare
Titolo: Il piccolo Babbo Natale va in città
Autori: Stohner Anu, Wilson Henrike
Traduttore: Pagano F.
Editore: Emme Edizioni
Data di Pubblicazione: 2004
Collana: A pagine aperte prezzo 12,90 euro
ISBN: 8879277197
Pagine: 32

Bellissimo libro sul bosco ed i suoi abitanti e tanti con tanti magnetini, che un amico ....ha regalato a Filippo. E' un libro che lo tiene occupato Filippoper con tanta felicita' di mamma e babbo!
riferimenti:


autore Silvia D'Achille
Il Bosco
( Un libro con tanti magnetini )
Genere: Ragazzi
Tipo: 0/6 anni-Libri gioco
Collana: Libri magnetici
Editore: Dami Editore

Libri dei BARBAPAPA' che incredibilmente sono tornati. Non lo avrei mai detto che un cosi' vecchio cartone potesse essere cosi' ripescato e avere un altra giovinezza comunque e' un "a classic but evergreen !"



..in particolare:

riferimenti:
Eliot Pattison - Talus Taylor
La Famiglia Barbapapa' Piemme - Collana: Battello a vapore - Serie: Barbapapa' n. 2 - Pagine 32 - Formato 27x20 - Anno 2006 - EAN13 9788838461439
Argomenti: Narrativa bambini
 in 3-5 gg. lavorativi
Prezzo di vendita: € 8.90

giovedì, novembre 15, 2007

Per tenerci informati ecco un articolo pubblicato oggi da Repubblica:
Titolo:
Adozioni, boom di richieste
ma i bimbi sono pochi

"In dieci anni le famiglie che li vorrebbero sono raddoppiate
ma il numero dei bambini non cambia

LA FABBRICA delle adozioni produce figli ed è questa la ragione per cui parlandone non si usano mai, non sta bene, gli stessi termini
adatti a definire qualunque altro mercato: la domanda e l'offerta, i costi e i tempi di consegna, la qualità del oggetto. La fabbrica delle
adozioni trasforma la doppia assenza in presenza, si muove nel terreno della sofferenza e della speranza, esplora l'intera gamma non
sempre nobile dei sentimenti umani. Tratta persone, costruisce famiglie ed è del tutto superfluo chiarire che né le persone né le famiglie
sono merci. Detto questo funziona come qualunque altra fabbrica ed è bene saperlo, dirlo soprattutto a chi deve ancora bussare alla sua
porta.
Un esempio subito, per chiarezza. La signora e il signor F. hanno presentato tre anni fa doppia domanda di adozione: nazionale e
internazionale. La seconda pratica ha camminato più veloce, è stato individuato un bambino africano di tre anni, nero. I futuri genitori sono
andati in istituto a conoscerlo, nel suo paese, due volte: gli hanno portato regali, sono rimasti giorni a giocare con lui. Nel frattempo è
arrivata dall'altro canale, quello dell'adozione nazionale, la notizia che avrebbero potuto avere un neonato italiano. I coniugi F. hanno
rinunciato al bambino africano ed hanno scelto quello italiano. Più piccolo dunque migliore.
Sarà certo stata per loro una scelta sofferta ma è andata così. La colpa, siccome in ogni storia bisogna subito trovare la colpa, anche in
questo caso come spesso succede è del sistema, cioè alla fine di nessuno.
Un meccanismo farraginoso e confuso, l'amministratore delegato della fabbrica delle adozioni non esiste, ogni reparto viaggia per suo
conto, quattro ministeri si dividono le competenze in una Babele di piccoli poteri custoditi gelosamente e spesso sovrapposti.
Dove la legge zoppica s'insinua l'arbitrio individuale: meglio un neonato bianco di un treenne nero. Fa migliaia di persone felici, però,
anche. In un suo modo sghembo funziona.
Vediamola da vicino, allora, questa gigantesca fucina. Solo l'anno scorso, 2006, ha partorito cinquemila nuovi figli. In sei anni, dal
Duemila, ne ha portati 25mila: 18mila stranieri, 7mila italiani. La popolazione di una piccola città. La prima cosa da sapere è che la
fabbrica dei figli si alimenta dai paesi poveri. Non si adottano bambini dagli Stati Uniti né l'Italia li adotta dalla Spagna o viceversa. I
bambini abbandonati sono un indicatore del disagio del Paese in cui vivono. Si trovano lì: in Ucraina e in Colombia, in Vietnam e in
Bolivia. Genitori di paesi più ricchi adottano figli di paesi più poveri. In qualche caso per il Paese d'origine l'abbondanza di offerta è vissuta
come una vergogna.
La Russia imperiale di Putin ha reso molto più difficile l'esportazione dei suoi figli: a lungo ha tenuto bloccate le frontiere. Per una
sedicente superpotenza avere gli orfanotrofi che traboccano è un'onta. Nei paesi evoluti le famiglie si tengono i figli, non li abbandonano e
quando succede la rete di assistenza provvede a trovar loro un'altra casa. In Italia difatti è così. Negli anni Sessanta gli istituti erano pieni
e le ruote di carità in perenne funzione. Da più di dieci anni a questa parte i piccoli dichiarati in stato di abbandono sono pochi e in numero
costante: più o meno mille ogni anno. Molti di loro, in specie dal Duemila in poi, sono figli di donne straniere. Gli italiani non abbandonano
quasi più i loro neonati. Ne consegue che (2006) a fronte di più di 16 mila richieste di adozione - la domanda - i bambini italiani adottabili -
l'offerta - sono risultati 1200: meno di uno ogni dieci coppie, nove destinate a restare senza.
Inoltre i bambini italiani sono più grandi, quasi sempre in età scolare. Le pratiche per definire l'adottabilità sono giustamente lunghe (deve
essere chiaro che nessun reclamerà quel bambino, che sia effettivamente solo al mondo), meticolose e a volte estenuanti le verifiche di
compatibilità fra la coppia e il futuro figlio. Il tempo passa, quando si arriva all'adozione sono trascorsi anni. Il mercato italiano è dunque
asfittico: pochi bambini già grandi, tempi lunghissimi.
Se l'offerta è rimasta stabile la domanda in dieci anni è raddoppiata. Le coppie che presentano istanza erano ottomila nel '95 sono
sedicimila oggi. Dice Melita Cavallo, capo del dipartimento per la Giustizia minorile, autorità indiscussa e vero guru in materia di adozioni,
25 anni di esperienza in tutte le istituzioni minorili del Paese ed autrice di decine di pubblicazioni fra cui Figli cercasi, bibbia dei genitori
adottivi. "Si adotta da Mosè in poi, le madri mettono in salvo i loro figli abbandonandoli, altre madri li salvano dalle acque. Augusto adottò
Tiberio per garantirsi la discendenza. Le ragioni dell'abbandono e quelle dell'accoglienza cambiando con le condizioni di vita e con la
cultura del tempo. In Italia nel dopoguerra c'erano molti pregiudizi ad adottare: non ci si mettevano volentieri in casa figli di prostitute, figli
di nessuno con chissà quale carattere scritto nel dna. Da dieci anni la curva delle richieste è in crescita costante: col benessere aumenta
la sterilità, avanza l'età media in cui le donne provano ad avere il primo figlio. Il 90 per cento di bambini è adottato da coppie senza figli.
Nel Nord e nel Centro Italia, dove la ricchezza è più diffusa. I bambini da adottare non sono abbastanza, però. Ecco il boom delle adozioni
internazionali".
Se non ce ne sono in Italia si cercano fuori: lì i tre requisiti del mercato - disponibilità del bene, rapidità di consegna, qualità - sono migliori.
I bambini che arrivano dai paesi stranieri sono più piccoli, arrivano in media dopo due anni di attesa, sono milioni. In sei anni e mezzo su
15 mila domande di adozione internazionale sono entrati nel paese 18 mila bambini: più di uno a coppia. Bisogna affidarsi ad un'agenzia,
una delle 72 associazioni autorizzate dal Governo a svolgere le pratiche con l'estero. Il problema sono i costi. Mentre l'adozione nazionale
non costa nulla, per un bambino venuto dall'estero la famiglia paga in media 15 mila euro. Bisogna averli. Poi è vero che lo Stato, per i
redditi sotto i 70mila euro annui, rimborsa qualcosa o detrae dal fisco. Però intanto bisogna anticiparli ed avere disponibili due mesi di
ferie (di mancato guadagno, a volte) per andare nel paese e perfezionare le pratiche. Rosy Bindi, ministro della Famiglia e presidente
della Commissione adozioni internazionali, è "proprio felice dell'approvazione in Finanziaria dell'articolo 54, giusto l'altroieri: il congedo per
maternità di cinque mesi è esteso ai genitori adottivi ed è fruibile anche nel periodo che precede l'ingresso in Italia del minore. I genitori
che vanno a prendere un bambino da ora in avanti ci vanno in congedo per maternità".
Bindi, in materia di adozione, espone un principio cruciale e non del tutto metabolizzato dal pensiero dominante: "Non esiste un diritto
delle famiglie ad avere un bambino: esiste un diritto del bambino ad avere una famiglia". Ci torneremo quando parleremo nel seguito di
questa inchiesta dei bambini "restituiti": una percentuale che cresce con il livello di istruzione e di benessere delle coppie adottive. E' il
bambino il soggetto titolare di diritti, non la coppia che lo vuole. E' per il bambino che si fanno le leggi e si adottano cautele.
Le leggi, ecco. La loro attuazione. Per chi volesse domattina mettersi in cerca della porta d'ingresso bisogna avvisare che non esiste una
banca dati unica, non esiste un coordinamento né un'autorità a cui rivolgersi. In Italia le adozioni nazionali sono di competenza del
ministero di Giustizia, Dipartimento giustizia minorile. Quelle internazionali fanno riferimento alla Famiglia e dunque alla Presidenza del
Consiglio. E' qui che ha sede la Cai, commissione adozioni internazionali: Bindi presidente, Daniela Bacchetta, magistrato, vicepresidente.
Alla Solidarietà sociale di Ferrero fanno capo i soggiorni temporanei di minori stranieri, in specie quel progetto-Bielorussia attraverso il
quale sono poi stati adottati centinaia di bambini venuti a risanarsi dall'aria di Chernobyl e poi adottati con procedura speciale. Alle Pari
opportunità ci si deve rivolgere per gli abusi e i casi di violenza, la "tratta di esseri umani" è competenza del ministro Pollastrini. Un elenco
dei bambini italiani adottabili non esiste: ogni Tribunale custodisce il suo. E' quindi da qui che conviene partire: dal Tribunale della propria
città. Dai servizi sul territorio per le informazioni.
Dall'Istituto degli Innocenti di Firenze, primo e straordinario ente laico di assistenza all'infanzia abbandonata, per la documentazione: sono
loro che elaborano dati e pubblicano monografie. Ecco, ma non sarebbe più sensato un centro unico che per esempio si occupi di evitare
le sovrapposizioni di procedure? Evitare i casi di doppia domanda, non arrivare alla scelta che hanno dovuto fare i coniugi F.? Melita
Cavallo nel suo studio di via Giulia, Roma: "Sarebbe giusto. Sto andando a un convegno a Paestum a presentare un progetto di banca
dati nazionale. Ho scritto libri e collaborato a proposte di legge su questo ma il problema è che dividere è facile, in Italia, accorpare
difficile. Ogni ministero, ogni ente tiene stretto quello che ha nella logica di arraffare competenze. Nessuno cede, tutti hanno paura di
perdere qualcosa".
(15 novembre 2007)

mercoledì, novembre 07, 2007

Per i Milanesi.

La Disney con ViviMIlano ha organizzato per la mattina di domenica 11 novembre, in occasione dell'uscita in DVD del film, la proiezione de "il libro della giungla" al cinema Odeon di Milano.

Ci sarà la proiezione del film, i bambini verranno truccati da animaletti e alla fine ci saranno regali per tutti.

Per prenotarsi bisogna telefonare dalle 15 alle 18 di oggi al num: 02-29527362

Noi eravamo stati a marzo a vedere Cenerentola ed era stato organizzato benissimo.

Chi fosse interessato, si metta al telefono subito che le prenotazioni partono tra 10 minuti.

CIAOOO!

lunedì, novembre 05, 2007


INIZIATIVA FRESCA FRESCA!!!!
Aderite piu' che potete!!!
Un saluto
Anna